La vastità del continente sudamericano, unita all’incredibile ricchezza di bacini idrografici presenti nella regione amazzonica, non potevano non regalarci una quantità e varietà di ciclidi veramente notevole. Seconda solo al continente africano, l’America del Sud può contare di circa 450 specie diverse di ciclidi, anche se circa un centinaio non sono ancora state descritte scientificamente. Questi pesci, nel corso dei millenni, si sono adattati, evoluti e specializzati – proprio come i cugini africani – per trarre il massimo profitto dall’ambiente circostante, ed è per questo che se ne possono trovare davvero di diversissimi per taglia, livrea, regime alimentare, temperamento, tecnica riproduttiva ecc, rimanendo comunque all’interno della stessa famiglia.
Salvo rare eccezioni, l’elemento che accomuna tutte queste specie è l’acqua e più precisamente le caratteristiche chimico-fisiche di quest’ultima. La stragrande maggioranza dei ciclidi del Sud America vive in acque a lento scorrimento, povere di minerali e ricche di acidi umici derivanti dalla decomposizione di materia vegetale, che di certo non manca in modo particolare durante i periodi di inondazione della foresta amazzonica.
Come conseguenza dei fattori sopra citati, i ciclidi del Sud America prediligono acque tenere ed acide, con pH che può variare tra il 4,5 ed il 6,5-7, una conducibilità bassissima, un durezza non superiore ai 5-8 dGH, e una temperatura che può oscillare tra i 24 ed i 28 gradi (questa rimane costante tutto l’anno visto che stiamo parlando della zona tropicale dell’America del Sud). Alcuni ciclidi, come ad esempio i discus (Symphysodon aequifasciata), vivono in acque denominate ”nere” in quanto la grande presenza di acidi umici colora l’acqua facendola risultare di un ambra dalla tonalità molto scura.
In campo acquariofilo sono molte le specie di ciclidi provenienti dal continente sudamericano che nel corso degli anni sono diventate vere e proprie “star”, entrando di diritto nei sogni di chiunque si voglia cimentare nella realizzazione di una vasca amazzonica. La natura ci ha regalato “il ciclide giusto” per svariate tipologie di vasche: si va dai ciclidi “nani” come gli apistogramma o i microgeophagus ramirezi, che con la loro taglia minuta (6-7 cm) possono essere ospitati in vasche di modeste dimensioni, ai “pesi massimi” come l’astronotus ocellatus, che può raggiungere i 30 cm comportandosi da vero “bulldozer”, e che può essere ospitato solo in vasche di grandi dimensioni.
Tra questi due estremi troviamo un ventaglio di specie in grado di soddisfare gli acquariofili più esperti e costituire un’ottima base di partenza per chi sta muovendo i primi passi in questo mondo. Possiamo iniziare con un bel gruppo di scalari (Pterophyllum scalare), pacifici e molto comuni, possiamo incontrare gli heros, i cichlasoma, i severum, fino ad arrivare ad una delle specie più impegnative ed affascinanti (specialmente se si ha intenzione di riprodurli) come il già citato symphysodon aequifasciata comunemente denominato discus.
Indubbiamente l’allevamento di ciclidi dell’America del Sud costituisce una sfida molto interessante e visto il buon numero di specie che solitamente possiamo reperire nei negozi di acquariofilia sicuramente ci sarà il ciclide giusto per noi che ci sta aspettando. Sta a noi scoprire quale, in base al nostro grado di esperienza, alle nostre conoscenze e ovviamente alle dimensioni della nostra vasca.