Relativamente numerosa, la famiglia dei ciprinodontidi conta oltre 450 specie distribuite nelle acque dolci delle regioni tropicali e sub-tropicali di tutto il pianeta fatta eccezione del continente australiano. Si tratta di pesci di modeste o ridottissime dimensioni (massimo 8 cm) ma dalla livrea molto appariscente che da sempre hanno attirato l’interesse di molti acquariofili.
Comunemente chiamati “killi”, i ciprinodontidi vivono in prossimità della superficie dove sono alla costante ricerca di cibo essendo voraci predatori soprattutto di larve di insetti (sono spesso utilizzati come arma biologica contro la proliferazione delle zanzare) e popolano le acque stagnanti poco profonde o a volte addirittura semplici pozzanghere. I maschi sono più grandi e variopinti rispetto alle femmine; tra le varie specie esiste uno spettro di forme molto ampio andando da corpi allungati ed aggraziati a corpi invece tozzi e impacciati.
I ciprinodontidi si dividono in due grandi gruppi denominati “annuali” e “non annuali”; tra le specie annoverate tra quelle annuali troviamo quelle appartenenti ai generi cynolebias, pterolebias e roloffia. Questi pesci vengono definiti annuali in quanto il loro ciclo vitale dura appunto un anno a causa del fatto che popolano stagni e pozze d’acqua soggetti al prosciugamento nel processo di alternanza tra stagione secca e piovosa. Col prosciugarsi delle pozze il destino degli adulti è segnato ma per consentire la sopravvivenza della specie questi pesci hanno sviluppato delle uova dette “perenni” che depongono nel substrato fangoso prima di morire; queste uova al sopraggiungere della stagione secca entrano in una sorta di letargo chiamata diapausa che terminerà non appena le prime piogge riempiranno ancora una volta le pozze o gli stagni per poi schiudersi e consentire agli avannotti di ricominciare il ciclo vitale di questi pesci dal destino triste ma al tempo stesso affascinante.
Il gruppo delle specie non annuali comprende i generi aphanius, aphyosemion, aplocheilus, epyplatis e rivulus e si tratta di pesci che popolano acque di corsi d’acqua o stagni non soggetti al fenomeno del prosciugamento e hanno la possibilità di vivere più. Hanno un metodo di riproduzione ”classico” che prevede la deposizione di uova adesive sulla superficie della vegetazione sommersa che si schiuderanno in circa un mese.
I ciprinodontidi vivono in acque tenere e acide con temperature attorno ai 20-22 gradi considerando come limite massimo quello dei 24 gradi oltre al quale la salute dei pesci potrebbe essere irrimediabilmente danneggiata. In acquario questi pesci devono essere tenuti rispettando i valori appena descritti in una vasca ricca di vegetazione, illuminazione non troppo intensa, con molto spazio superficiale libero per il nuoto e, deve essere inserita una sola specie per evitare ibridazioni indesiderate.