Gli scorpenidi sono presenti principalmente nell’Oceano Indiano, nell’Oceano Pacifico, nel Mar Rosso e in misura minore anche nel Mar Mediterraneo, prediligendo acque calde ma spingendosi fino a zone piuttosto fredde. Annoverano all’interno del gruppo circa 300 specie suddivise in 70 generi. Si tratta di pesci predatori spesso dall’aspetto bizzarro che comunemente vengono chiamati pesci scorpione o pesci pietra e la cui taglia varia dai 15 ai 50 centimetri.
Il soprannome che hanno molte specie di scorpenidi è dovuto sia al fatto che una volta mimetizzati nel fondale assomigliano a porzioni di roccia, sia alla presenza nella parte terminale di alcuni raggi delle pinne (principalmente la dorsale e le pettorali) di ghiandole velenifere spesso dotate di neurotossine molto potenti in grado di essere letali anche per l’uomo. Questi strumenti fanno parte della strategia di difesa di questi pesci. La caccia è basata principalmente sull’effetto sorpresa in quanto gli scorpenidi possono stare immobili per ore perfettamente mimetizzati in attesa che la preda capiti a portata di bocca.
L’habitat prediletto da questi pesci è in prossimità di barriere coralline o formazioni rocciose dove gli agguati volti a catturare le prede di cui si nutrono(principalmente pesci e crostacei)possono avere più possibilità di successo ma grazie alle ottime doti di mimetismo. Li possiamo trovare anche su fondali sabbiosi o all’interno di praterie di posidonia a una profondità variabile da pochi fino a qualche centinaio di metri.
In campo acquariofilo questi pesci hanno una certa popolarità a causa delle splendide livree e forme bizzarre che hanno alcune specie. Sono pesci molto robusti che tollerano bene alcune variazioni nei parametri chimico-fisici dell’acqua (che andrebbero comunque evitate), non sono aggressivi verso le altre specie anche se pesci di taglia troppo piccola o gamberetti verrebbero inevitabilmente visti come fonte di cibo. È proprio l’alimentazione uno degli aspetti da considerare maggiormente se si ha intenzione di introdurre uno scorpenide in acquario, in quanto questi pesci in un primo momento dovranno essere alimentati con prede vive e solo in un secondo momento accetteranno anche pezzi di pesce o crostacei anche se questo processo dipende da esemplare a esemplare.
In un acquario con abbondante presenza di rifugi la gestione di questi pesci risulterà abbastanza semplice, se introdotti assieme a invertebrati sarà opportuno studiare un ottimo sistema per eliminare gli abbondanti escrementi che producono gli scorpenidi, in modo da non caricare troppo l’acqua di sostanze nocive per gli invertebrati. Un altro aspetto da considerare è la tossicità degli aculei presenti tra le pinne: è sempre bene tenerlo a mente durante le fasi di manutenzione della vasca onde evitare punture che possono avere conseguenze molto spiacevoli (se ciò dovesse avvenire un rimedio immediato consiste le far scorrere acqua molto calda nella zona della puntura).