Nel cammino di ogni acquariofilo prima o poi la visione di una vasca ricolma di piante che crescono in maniera armoniosa e rigogliosa suscita inevitabilmente il desiderio di cimentarsi in questo campo cercando di ricreare nel proprio acquario un tale risultato, spesso però capita che nonostante tutto l’impegno e la buona volontà i risultati siano deludenti o addirittura si producano vere e proprie catastrofi, cerchiamo di capire allora di che cosa hanno bisogno le nostre piante per prosperare.
Innanzi tutto è bene tenere a mente che le piante che troviamo nei negozi di acquariofilia anche se non provengono dai biotopi di origine ma vengono coltivate in serre possono comunque avere esigenze molto differenti tra di loro in fatto di caratteristiche dell’acqua, illuminazione e fertilizzazione è bene quindi prima di iniziare a progettare la nostra vasca avere già un’idea di quali piante andremo ad inserire.
Le piante acquatiche per la loro crescita hanno fondamentalmente bisogno di questi elementi: luce, anidride carbonica, ossigeno, “macronutrienti” (calcio, magnesio, azoto, fosforo e potassio), “micronutrienti” (zinco, rame, ferro, manganese, boro, molibdeno, cobalto,) ed altri elementi come ad esempio il sodio necessari solamente in minime quantità. L’integrazione in maniera equilibrata di tutti questi fattori porta ad una crescita rigogliosa del nostro giardino sommerso, il primo elemento da analizzare per iniziare col piede giusto è la composizione chimico-fisica dell’acqua.
L’acqua è l’elemento che mette in contatto le piante con il nostro programma di fertilizzazione ed i suoi valori devono essere tali da permettere alle piante di essere in grado di assimilare nella maniera corretta tutti i nutrienti presenti in vasca altrimenti assisteremo inesorabilmente ad un deperimento delle piante e i nutrienti non utilizzati andranno a foraggiare una crescita smisurata di alghe. Un dato che ci dà un’idea abbastanza precisa riguardo alla corretta concentrazione di sali presente nella nostra acqua è quello relativo alla conducibilità, questo valore indica la concentrazione di ioni presente nell’acqua, più ioni (quindi più sali disciolti) ci sono è più l’acqua è in grado di condurre la corrente elettrica e si misura in micro Siemens. Salvo alcune piante palustri come alcune varietà di elodea e ceratophyllum per avere un’acqua ideale per lo sviluppo delle nostre piante il suo valore deve essere inferiore ai 300 micro Siemens. In molte zone d’Italia l’acqua del rubinetto ha una forte concentrazione di sali di calcio e magnesio risultando molto dura e calcarea, inutile dire che quest’acqua così come esce dal rubinetto non è adatta per la coltivazione della maggior parte delle piante acquatiche, in questo caso bisognerà “tagliarla” con acqua di osmosi (demineralizzata) fino ad ottenere i giusti valori per renderla ideale al nostro scopo.
Una volta accertatici che l’acqua che stiamo utilizzando ha le caratteristiche idonee per la crescita delle piante che intendiamo inserire ci occuperemo dell’impianto di illuminazione che dovrà essere anch’esso rapportato alle esigenze di queste ultime (vedere il capitolo relativo all’illuminazione).
A questo punto avremo sistemato due parametri fondamentali per permettere alle nostre piante di assimilare i nutrienti presenti in vasca attraverso il processo della fotosintesi ma manca ancora un aspetto di cui non abbiamo parlato: l’anidride carbonica(Co2), essa infatti è il combustibile col quale le piante attuano tale processo.
Solitamente in un acquario mediamente popolato di pesci e piante non si ha l’esigenza di ricorrere ad un impianto di fertilizzazione mediante Co2 in quanto quella prodotta dai pesci (e dalle piante stesse durante la notte) è sufficiente a ricoprire tale bisogno ma se la nostra vasca sarà abbondantemente piantumata, l’aggiunta di questo tipo di impianto è quasi obbligatoria in quanto la quantità di Co2 presente in vasca sarà rapidamente esaurita e le piante si troveranno senza il combustibile necessario per attuare la fotosintesi.
Se si utilizza un impianto di fertilizzazione mediante Co2 l’attenzione ai giusti valori dell’acqua sarà ancora più importante in quanto un pH troppo alto e una durezza troppo elevata non permetteranno alle piante di assimilare la Co2(questo grazie ad una serie di reazioni chimiche che la trasformano rendendola inservibile per le piante), in linea di massima un ph leggermente acido (6,5-6,8) e una durezza totale(GH) intorno ai 5 gradi sarebbe ottimale. Quando si hanno piante in vasca un occhio di riguardo va dato anche alla movimentazione della superficie in quanto tale azione favorisce lo scambio gassoso mediante il quale l’acqua si libera di Co2 e riceve ossigeno annullando così l’eventuale azione di un impianto di fertilizzazione mediante Co2(da evitare anche la presenza di areatori in presenza di questi impianti), in queste vasche ci deve essere un buon movimento di acqua senza però avere troppa turbolenza in superficie.
Un eccesso di immissione di Co2 può alterare (specialmente in acque tenere) il valore del pH facendolo scendere pericolosamente per la salute dei pesci, quindi associato all’utilizzo di Co2 dovremo prevedere anche gli strumenti necessari per monitorare questi valori o tramite computer per acquari o tramite test permanenti a reagente, un accorgimento utile sarebbe quello di dotare l’impianto di fertilizzazione di Co2 di una elettrovalvola che chiuda l’immissione allo spegnersi dell’impianto di illuminazione in quanto le piante al buio sono a “riposo” assimilando ossigeno ed espellendo anch’esse Co2, va da se che immettere Co2 nelle ore notturne oltre che inutile potrebbe dar luogo a pericolose concentrazioni per la salute dei pesci o invertebrati.
Fatto questo ulteriore passo arriviamo ai nutrienti veri e propri che al contrario delle piante terrestri quelle acquatiche assimilano sia attraverso le radici sia attraverso foglie e stelo quindi se non abbiamo intenzione di introdurre solamente piante che vivono aggrappate a rocce o legni dobbiamo prevedere una fonte di nutrimento sia per le radici interrate che per la parte di pianta emersa dal terreno. Solitamente il materiale di fondo (sabbia o ghiaia) risulta povero di sostanze nutrienti utili per le piante è dunque necessario arricchirlo mediante appositi fondi fertilizzati o tavolette-stick che cedono lentamente alle radici i nutrienti necessari per la crescita. In questi casi si procede stendendo in materiale fertilizzante che successivamente viene ricoperto con un secondo strato di sabbia o ghiaia prima di posizionare le piante.
Per quanto riguarda la fertilizzazione liquida esistono una serie di numerosissimi prodotti sia “tutto in uno” che divisi per singoli nutrienti che coprono questa nostra esigenza, la regola fondamentale per l’utilizzo di questi prodotti è molto semplice: vanno utilizzati SOLAMENTE in vasche che presentano una crescita sana e rigogliosa delle piante senza la presenza di alghe. Se mancano questi presupposti la fertilizzazione liquida non ha effetti miracolosi anzi accentuerà le problematiche già presenti in vasca con la conseguenza di aumentare ulteriormente la presenza di alghe non portando benefici alle piante. Se siamo di fronte ad una crescita stentata e/o ad una vasca infestata di alghe le cause devono prima essere ricercate nei punti trattati in precedenza in quanto tali problematiche si manifestano per i valori dell’acqua non idonei, cambi della stessa insufficienti, illuminazione scarsa o con spettri luminosi inadeguati, accumuli di sostanze tossiche in vasca, ecc…
Concludendo il mondo della vegetazione sommersa è affascinante ed esteticamente unico, cimentarsi nella realizzazione di una vasca ricca di piante è una sfida impegnativa e stimolante che se affrontata con i giusti presupposti non può che rendere i nostri ambienti impreziositi da tali giardini subacquei.